Intervista con… Andrea Benato

Incontriamo per voi l’autore di “Scomparsi“, un innovativa opera a metà tra il saggio e il romanzo d’inchiesta storica, da poco edito da Tracciati editore. L’autore è il padovano Andrea Benato, già autore per la nostra casa editrice de “Gli ultimi”, una raccolta di ricordi della Grande guerra di persone che al tempo erano bambini: il nuovo libro parte proprio da un episodio citato nel primo volume, la scomparsa misteriosa di una donna e un sacerdote in un paesello del Trentino, Besenello.

Andrea, da dove nasce l’idea di questo saggio-romanzo?
Quando non ho trovato nella bibliografia disponibile fino ad allora le risposte che cercavo. Ero di fronte a quesiti che parevano storicamente senza risposta, un secolo di ricerche storiche si erano “incagliate” di fronte a delle mancanze archivistiche che, in apparenza, sembravano ostacolare qualunque altro tentativo di andare oltre. C’era insomma del lavoro da fare, c’era da avventurarsi in territori inesplorati e il gusto della ricerca è proprio la spinta che mi induce a proseguire nei miei studi.

Ci racconti un aneddoto legato alla scrittura dell’opera?
Potrei raccontare molti aneddoti legati alla scrittura dell’opera, come le otto ore passate da solo in un archivio comunale. Forse il momento più elettrizzante è stato quando un amico di Roma si è recato nell’Archivio di Stato per darmi una mano a cercare un documento, l’unico elenco ufficiale dei trentini internati dopo il 3 novembre 1918, cioè la lista all’interno della quale avrebbe potuto essere presente la misteriosa donna che sto cercando da anni. Ho “diretto” la ricerca a distanza, mentre l’amico mi inviava le foto dall’archivio. È stata una grande emozione poter leggere per la prima volta questa lista, dal momento che era inedita.

Quanto c’è di te, o della tua visione del mondo, in quest’opera?
In quest’opera c’è molto di me almeno sotto due aspetti. Il primo è quello prettamente storico e riguarda il mio ambito di interesse ovvero le aree di confine, in questo caso il Trentino. Sono territori interessanti perchè popolati da persone che spesso parlavano e parlano tutt’ora diverse lingue e hanno varie identità. A livello storico molti dei fatti più rilevanti – anche se tragici – del XX secolo sono avvenuti proprio in quelle zone. L’altro aspetto riguarda il piacere della ricerca e della divulgazione, il tentativo che da sempre mi anima è quello di provare a far uscire la storia dai “circuiti” degli addetti ai lavori e farla arrivare a tutti. Credo non esistano periodi o eventi “difficili” o che non possono essere raccontati al grande pubblico, tutto sta nel capire come farlo. Non penso di essere ancora arrivato a trovare lo stile perfetto (ammesso che esista) ma con questo libro spero di aver imboccato la strada giusta.

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