Intervista con… Alessandra Vacchieri

Ti offro un caffè è il risultato di un’estate di sveglie all’alba e di sguardi al mondo che si rimette in moto, davanti a una tazza calda di caffè. Pensieri, immagini, intuizioni… tutto raccolto, pazientemente, in una sorta di diario mattutino… Ce ne parla l’autrice, Alessandra Vacchieri.

Alessandra, il tuo breve diario quotidiano, fatto di istantanee catturate con lo sguardo e i sensi dal terrazzo di casa e narrate in brevi testi è un punto di arrivo o l’inizio di qualcosa, magari un rinnovato modo di osservare la vita?
Da sempre mi viene naturale cogliere qualche dettaglio anche nelle situazioni più insignificanti. Sono convinta che un dettaglio non solo possa ridefinire una giornata, ma talvolta persino cambiare la vita. Scriverlo, però, ha aperto un mondo, allargato gli orizzonti. Lo scrivere mi aiuta ad approfondire ulteriormente perché la scrittura ha tempi lunghi, nei quali sono portata ad accogliere provocazioni e a trasformarle in riflessioni. Mentre scrivo si aprono, così, una dopo l’altra, finestre che mi permettono di guardare con occhi nuovi la quotidianità e di arricchirla di significato.

Hai raccolto interesse da lettori e lettrici, per questo tempo lento, il dedicare a sé ogni giorno uno spazio di riconnessione?
Chi ha letto il mio libro, in genere mi ha restituito pareri positivi, soprattutto in merito alla possibilità che tutti abbiamo di “prenderci il tempo per”. Hanno apprezzato il coraggio di condividere pensieri, emozioni, sensazioni. Mi hanno ringraziato perché le riflessioni personali, mai assolutizzate, sono diventate motivo di approfondimento anche per il lettore che ne ha trovato l’aspetto significativo per la propria esperienza.

C’è qualcosa che hai lasciato fuori dalla tua scelta, a cui vorresti dedicare spazio, o maggiore spazio?
Sono sempre stata attratta dalla varietà di modi in cui la natura parla. Così ora, abbandonato il terrazzo e le prime ore del mattino, nelle mie passeggiate e nei miei viaggi mi lascio di volta in volta provocare da un albero, una foglia, un intreccio di rami, un fiore… Un diario tutto al naturale, una sorta di “filosofia verde” che ancora richiede il tempo lento dell’osservazione, dell’ascolto, della rielaborazione e della restituzione.

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